mercoledì 24 ottobre 2012

Mai pensato di andare per foglie?

Si va per fiori, per funghi e per castagne. Allora perché non andare per foglie? L'idea di passeggiare nei boschi in questo periodo dell'anno, quando i suoi colori sono un vero spettacolo della natura, mi sembra un'ottima idea su come trascorrere un pomeriggio d'autunno tutti insieme all'aria aperta (i più piccoli possono seguire mamma e papà comodamente sistemati nei loro zainetti).

Anche perché non dimentichiamocelo, non c'è bambino che non sia un naturalista nato. E poi c'è solo l’imbarazzo delle scelta sulle attività da fare (fingere di cercare gli ingredienti per pozioni magiche o realizzare una volta a casa un quadro di foglie) e, magari, imparare anche qualcosa (per esempio sul perché le foglie cadono).

E se in America il fenomeno del foliage ( attività che consiste nell'osservare, documentare e studiare la caduta autunnale delle foglie) vanta tantissimi appassionati (15 gli Stati americani meta del cosiddetto "turismo autunnale"per non parlare del Sol Levante e del Nord Europa anche loro tra i paesi con un fiorente turismo collegato all'osservazione delle variazioni dei colori delle foglie), anche tra gli Italiani cresce la voglia di spiare la natura.

Se siete tra questi non perdete l'occasione di visitare i Parchi del Biellese (nel periodo autunnale offrono scorci di grande bellezza paesaggistica). Fino all'11 novembre l'Oasi WWF del Giardino Botanico di Oropa organizza una serie di visite guidate alla loro scoperta, accompagnate da golose degustazioni di piatti e prodotti tipici locali. Attenzione a non perdervi. Trovare la strada di casa potrebbe essere molto difficile. Per info: info@atl.biella.it

martedì 23 ottobre 2012

Torna l'ora solare: consigli su come affrontare il jet lag

Torna l'ora solare. Questo fine settimana si dormirà (si spera) un'ora in più. Lo spostamento delle lancette dell'orologio di sessanta minuti indietro potrebbe disturbare, secondo le stime degli esperti, il sonno di un bambino su due. Con conseguenze su tutta la famiglia. Ecco allora qualche consiglio per rendere il passaggi all'ora solare (che ricordiamo resterà in vigore fino al prossimo 30 marzo) e la risintonizzazione dell'organismo sui ritmi biologici giusti il più soft possibile.

 «Cenare almeno dieci minuti prima rispetto all'orario abituale, così da riuscire ad anticipare gli orari e anche la messa a letto - afferma Alberto Bergamin, AD di Tempur, leader mondiale del riposo- è un'eventualità da prendere in considerazione. Un aiuto importante viene anche dall'alimentazione: consumate pasta, riso e pane. Largo anche ai formaggi, alla lattuga e al latte caldo. Da evitare, invece, quei cibi eccitanti con condimenti come pepe e paprika, oppure salatini e alimenti in scatola. Bandite le sostanze eccitanti come tè e caffè, l'autunno è il momento giusto per scoprire i benefici di infusi e tisane».

Nel passaggio è utile la cura con cui si prepara l'ambiente in cui si dorme, eliminando le fonti di disturbo (computer, tablet e televisione in testa) ed evitando di riscaldare troppo la stanza. Fondamentale è anche il supporto su cui si dorme, un aspetto che troppo spesso viene trascurato. «Un buon materasso deve adattarsi al profilo naturale della colonna vertebrale e garantire una postura corretta, per prevenire fastidi al collo e alla schiena che ci costringono a rigirarci di continuo, impedendoci di avere un sonno profondo e riposante - ricorda Bergamin -. Solo così godremo di un sonno veramente ristoratore, che ci darà una marcia in più per passare indenni, due volte l'anno, anche il piccolo jet lag del cambio d'ora». E poi perché non cogliere l'occasione di darsi la buonanotte con l'ausilio di un tenero libro come Ninna Nanna dei sogni (Gallucci Editore). Nel cd allegato un’inedita ninna nanna cantata dalla calda voce di Gianmaria Testa da accompagnare alle bellissime immagini di Altan.

Più difficile, forse, sarà eliminare quella sensazione di malinconia e stanchezza dovuta all'arrivo dell'inverno e della brutta stagione: «Con l'ora solare si ha la sensazione che le giornate si accorcino: si esce dal lavoro ed è già buio, quindi ci sono meno occasioni per stare all'aria aperta e questo porta malumore e sonnolenza - conclude Bergamin -. Ma non dimentichiamo gli aspetti positivi: possiamo dormire un'ora in più e questo consente di sfruttare al meglio le ore luminose e meno fredde della giornata. L'importane è ascoltare il nostro corpo e assecondarne i bisogni: pian piano i nostri ritmi si adegueranno a quelli della natura».

lunedì 22 ottobre 2012

Anche le mamme possono essere in forma

Non c'è mamma che non desideri essere in forma. Ma come trovare il tempo per prendersi un po' cura di sé stesse? Tra stare un po' di tempo con mio figlio e una lezione di fitness preferisco di gran lunga la prima. E non è solo per una questione di pigrizia. Stiamo già così poco insieme, che mi sentirei in colpa a toglierli anche quel poco tempo. Se potessi (e soprattutto volessi) opterei per un corso di Zumba.

In una di quelle poche volte che ho rinunciato ad un'ora insieme col mio piccolo per soddisfare la mia voglia di essere tonica, l'occasione era l'anteprima del nuovo programma di allenamento Zumba Toning, in una delle palestre milanesi del circuito DownTown, ho potuto provare quanto questo programma di allenamento sia divertente (mi dicono anche efficace se fatto con una certa regolarità). Ora capisco perché siano in così tanti (12 milioni di persone nel mondo) ad impazzire per Zumba. Magari potrei proporre al piccolo di provare Zumbatomic, l'originale e vivace programma studiato appositamente per i più piccoli (dai 4 ai 12 anni) che aiuta ad accrescere la concentrazione e l'autostima, velocizzare il metabolismo e migliorare la coordinazione. Il programma include molti dei famosi movimenti di Zumba Fitness dedicando però una maggiore attenzione ai ritmi contemporanei che i bambini amano come l'hip-hop, il reggaeton e il pop. Insomma, il programma Zumbatomic sembra pensato apposta per noi: offre ai genitori un buon motivo per iscrivere in palestra tutta la famiglia e condividere insieme un'esperienza assolutamente divertente.

E per le neo mamme? Se fosse primavera, lui ancora in fascie e io in maternità potremmo pensare,invece, di iscriverci a MammaFit. Mi ricordo ancora il giorno in cui mi sono imbattuta in un gruppo di mamme con passeggini al seguito che all'ombra di un grande albero di Parco Sempione erano tutte intente a fare esercizi di allungamento e tonificazione con la carrozzina o il passeggino parte integrante della lezione. L'intento di MammaFit è, infatti, quello di fare sì movimento ma senza separarsi dal proprio cucciolo. Anzi passando un'ora insieme! Per informazioni sui corsi: www.mammafit.it

venerdì 19 ottobre 2012

Halloween: che la festa cominci

La società di trasporti dove lavora mio marito ha l'abitudine di mettere in vendita, a prezzi stracciati, i bancali di merce in giacenza da più di un anno per devolvere tutto il ricavato in beneficenza. Una bella abitudine che quest'anno ci permetterà di trascorrere un vero Halloween da brivido. Ai miei consueti addobbi si andranno, infatti, ad aggiungere nuovi festoni a forma di zucche, uno scheletro da appendere alla porta, una mano mozzata da nascondere sotto il cuscino, qualche ascia da abbandonare a terra. Maschere dalle fattezze mostruose ci faranno entrare perfettamente nel mood della festa. Il menu della serata, neanche a dirlo, sarà a tema: dita mozzate, occhi. E poi tutti sul divano a goderci un film in tema.

Ogni anno mi riprometto di festeggiare il 31 ottobre in modo diverso. Ma alla fine, un po' per pigrizia, mi limito sempre a mettere qua e là per la casa un po' di finte zucche intagliate. Quest'anno, ad esempio, mi sarebbe piaciuto volare in Svezia dove Halloween non è come lo intendiamo noi. Neppure il giorno corrisponde. Qui la notte dedicata al regno delle tenebre è il primo sabato di novembre, che quest'anno cade il 3 novembre. Giorno in cui il cimitero Skogkyrkogården di Stoccolma, si vestirà di migliaia di luci per la cerimonia delle candele.

Un evento che mi dicono sia da non perdere, ma che temo regali ai bambini emozioni troppo "forti". Sì che si tratta della festa più macabra dell'anno, ma meglio non esagerare! In questa data vengono ricordati i morti e la tradizione vuole che dopo il tramonto le persone vadano nei cimiteri a deporre ghirlande fatte di pino e candele creando un’atmosfera unica nel suo genere. Un viaggio singolare ma che permette di apprezzare e conoscere la Svezia e le sue usanze più autentiche. In particolare, il Skogskyrkogården (che significa "Cimitero nel Bosco"), un cimitero progettato dall'architetto Gunnar Asplund nel 1917 che dal 1994 è patrimonio mondiale dell'UNESCO per la sua particolarità ed unicità. Questo cimitero è in mezzo a un bosco di pini esteso per 100 ettari. Entrando si è avvolti da un'atmosfera suggestiva: conifere secolari, profumo di resina, silenzio profondo e lapidi disposte ai piedi degli alberi. E se poi si aggiunge il buio, il respiro si ferma per qualche secondo. Commozione e stupore si mescolano. La cerimonia è autentica e profondamente sentita.

A Skogkyrkogården si riuniscono migliaia di persone che lasciano le loro candele e le ghirlande di pino e si fermano in raccoglimento a ricordare i loro cari scomparsi. Il bosco si trasforma e come per incanto diventa illuminato come se centinaia di folletti del bosco avessero deciso di uscire dalle loro tane con le lanterne a dare il benvenuto a tutti i visitatori. Anche la tomba della Divina Greta Garbo, stoccolmese di nascita, giace in questo meraviglioso bosco incantato. Sulla sua lapide compare, con molta sobrietà, la sua firma, nessuna data, e nessun epitaffio. Il tour di Guidastoccolma.eu propone, oltre alla partecipazione alla cerimonia al cimitero Skogkyrkogården, anche una visita guidata alla città, con ingresso ai musei più significativi. Dettagli: www.guidastoccolma.eu

giovedì 18 ottobre 2012

In India sulle orme di Dominique Lapierre

Non c'è giorno in cui non mi sforzi di far capire a mio figlio quanto sia fortunato. Di spiegargli che nel mondo ci sono bambini che soffrono la fame, che invece di giocare e studiare sono costretti a lavorare per mantenere la famiglia. Sforzi che non credo, anche per colpa della sua giovane età, vengano recepiti come e quanto vorrei. Spetta però anche a noi dare il buon esempio. E per fare del bene, a volte, basta poco. Anche un viaggio.

Partire per l'India è di per sé già un'esperienza molto, molto coinvolgente e forte. Il tour operator Kel 12 promette di rendervela ancora più emozionante. Come? Offrendo ai viaggiatori l'opportunità di scoprire e toccare con mano l'opera di Dominique Lapierre, ma soprattutto di contribuire ad aiutare "City of Joy Aid", la fondazione umanitaria che lo scrittore ha fondato nel 1981con sua moglie per aiutare i bambini sofferenti di lebbra dei sobborghi di Calcutta e che oggi opera a favore delle persone più svantaggiate del mondo attraverso una rete di cliniche, scuole, centri di riabilitazione e barche ospedale, donando una parte del ricavato di ogni viaggio.

Per far parte di questo progetto basterà scegliere tra i 27 differenti itinerari individuali o di gruppo proposti dal tour operator. Si tratta di percorsi in grado di soddisfare ogni tipo di viaggiatore: da chi si avvicina per la prima volta al Subcontinente a chi desidera approfondirne la cultura, da chi ha poco tempo per il viaggio a chi ricerca un’esperienza di vita, da chi ama la natura a chi vuole scoprire i segreti delle antiche tradizioni hindu.  27 itinerari che toccano l’incantevole Punjab, le sontuose architetture del Rajasthan e del Gujarat,  la città della gioia Calcutta, il Ladakh con i suoi colorati festival, il mondo incantato e spirituale del Kashmir, i sublimi paesaggi e i gioielli di pietra del Kerala e del Tamil Nadu e il Buthan con lo stato del Sikkim e gli orizzonti himalayani.

Ma il protagonista assoluto del catalogo Kel 12 è il Maha Kumbh Mela, il giubileo hindu, in programma dal 25 gennaio al 25 febbraio 2013, a cui sono dedicati 5 specifici itinerari che si incontrano tutti ad Allahabad, dove confluiscono le acque dei tre fiumi sacri Gange, Yamuna e il mitico Saraswati. Che si scelga di farlo visitando anche il Nepal o il Rajasthan o in barca sul Gange, l’importante è non perdersi il grandioso evento spirituale che si svolge una volta ogni 12 anni e per il quale sono previsti oltre 70 milioni di pellegrini, nella più gigantesca tendopoli mai allestita nella storia dell’uomo.

(Babbo) Natale è più vicino di quanto si pensi

Natale non dev'essere poi così lontano. Lo deve aver pensato questa mattina, complici anche le basse temperature registrate in questi ultimi giorni a Milano, mio figlio. Non si spiegherebbe altrimenti la lista dei doni che orgoglioso mi ha fatto leggere in auto mentre lo accompagnavamo a scuola. La spediremo a Babbo Natale. Anzi, no. Forse andremo di persona a consegnargliela. Del resto Santa Claus non è poi così lontano come si creda. L'alternativa al villaggio di Rovaniemi in Lapponia (Finlandia) c'è ed è a portata di mano, ma che dico di auto.

Se vostro figlio ha meno di 12 anni e crede ancora a Babbo Natale quello che fa per lui (e voi) è l'Accademia degli Elfi, la nuova iniziativa che l'Azienda per il turismo Ingarda Trentino dedica ai bambini, associandola a un'offerta-vacanza per famiglie nei weekend dal primo dicembre 2012 al cinque gennaio 2013.

Prenotando un soggiorno in una delle strutture aderenti all’iniziativa (l'elenco si trova su www.gardatrentino.it/inverno ), oltre a scoprire tutti insieme le attrattive natalizie del Garda Trentino, i più piccoli potranno partecipare al fantastico programma dei "corsi" dell'Accademia. Ad ospitare i giovani aspiranti aiutanti di Babbo Natale sarà naturalmente la celebre Casa di Babbo Natale, collocata nella splendida Rocca nel cuore di Riva del Garda: un luogo davvero magico per i bambini, apprezzatissimo anche dai turisti di ogni età. Gli apprendisti saranno in compagnia di una guida davvero speciale, l’Elfo, che non farà mancare loro qualche dritta per trasformarli in veri elfi.

Indossata l'uniforme (cappello e grembiule) e "armati" del manuale dell'Elfo Apprendista, si troveranno catapultati in piena atmosfera natalizia. Tante le iniziative in programma: si va dall'approfondimento sulle tradizioni natalizie locali come i Mercatini e i Presepi, alle attività ricreative e ai laboratori, dal truccaelfo agli incontri con gli "esperti" (Babbo Natale e Natalina), intervallati da speciali momenti golosi come l'aperitivo dell'elfo e la merenda con cioccolata calda e ghiottissimi dolci. Da leccarsi i baffi.

Un'agenda piena di tante cose da fare, vedere, imparare (e mangiare), che accompagnerà i piccoli fino al termine dei corsi, quando sarà loro rilasciato il diploma di "Elfo Qualificato", che una volta fatto ritorno a casa sarà d'obbligato appendere in cameretta.

Volare in bellezza: i top beauty tips di British Airways

Affrontare un volo aereo con i propri bambini è per molte mamme una notevole fonte di stress sia prima, durante che dopo il viaggio. Di sicuro, nel caso in cui siate costrette a imbarcarvi senza marito/compagno, non potrete di certo "volare in bellezza". In parole povere non potrete fare, tra le altre cose, un salto alla toilette per rinfrescarvi il trucco e, una volta rimessi i piedi a terra, avere così un'espressione fresca e rilassata. Nel caso in cui invece vi trovaste in volo per un viaggio piacere a due, magari per festeggiare un anniversario, o nelle peggiori delle ipotesi per un viaggio di lavoro, ecco alcuni piccoli suggerimenti che ci regala l'assistente di volo Rachelle Carter della compagnia aerea British Airways per scendere dall'aereo con un aspetto riposato, che non lasci intravedere lo stress delle ore di viaggio sul viso.

1) Il primer, indispensabile per garantire al trucco una maggiore durata. Se anche ci si abbandona ad un sonno profondo, il primer manterrà tutto al suo posto, assicurando al risveglio una pelle pronta all’atterraggio.

2)Un buon primer da solo però non basta; è infatti necessario che sia seguito dall’applicazione del giusto fondotinta che doni un colorito uniforme all’incarnato, mantenendolo inalterato fino a 15 ore di volo.

3) Molti studi hanno dimostrato che l'aria all'interno di un aeromobile è secca quanto quella del deserto del Sahara. Diventa allora fondamentale mantenere il giusto livello di idratazione della pelle, bevendo almeno 2 bicchieri d'acqua ogni ora ed evitando bevande alcoliche.

4) Se si pianifica un sonnellino di alcune ore, invece, perché non cogliere l'opportunità di coccolare un po' i propri piedi? Avvolgeteli in uno strato di crema idratante e indossate dei calzini di spugna (British Airways ne mette a disposizione un paio per viaggiatori), sarà possibile ottenere una mini pedicure in volo.

5) E se al risveglio i capelli risultano ingestibili, l'uso di un shampoo secco è una vera benedizione dal cielo. Disponibile in piccole misure ideali per il viaggio e amatissimo dalle hostess di tutto il mondo, è perfetto da tenere in borsa e da usare poco prima dell'atterraggio.

6)Infine, l'irrinunciabile salvietta rinfrescante, da utilizzare prima di abbandonare l'aereo per infondere una sensazione di pulito generale. In commercio ce ne sono davvero per tutti i gusti: basta individuare la profumazione che più ci aggrada e la freschezza è assicurata.

Tutte le mamme viaggiatrici che non potranno approfittare delle ore di volo per concedersi un sonnellino o massaggiarsi i piedi in volo, si consolino con un buon rossetto, degli occhiali da sole e una pashmina. Tutti accessori da non farsi mancare nel beauty case e in borsetta. Vi aiuteranno, infatti, a nascondere i segni più evidenti della stanchezza….almeno fino alla hall degli arrivi!

martedì 16 ottobre 2012

Porta il tuo bambino da McDonald's scoprirai che...

Mc Donald's lascia la Galleria. E il suo addio si preannucia caro per il Comune di Milano. La cosa certa è che il portafogli di un buon numero di milanesi ne sentirà la mancanza. Credo mancherà anche a un po' di turisti. Mica tutti possono permettersi un pranzo in uno dei tanti locali alla moda di Milano. Chi mangia da McDonald's ha poi una certezza: che in ogni parte del mondo si trovi troverà lo stesso identico sapore. Per scoprirlo non c'è bisogno neanche di cambiare città. Che l'happy meal comprato a Milano in via Antonini è uguale a quello acqusitato sempre a Milano, ma in Piazza S. Eustorgio, l'ha capito anche il mio piccolo di casa.

Del resto su McDonald's si può dire tutto ma non che non sia family oriented. Per molte famiglie è l'alternativa più economica (ma sicuramente meno salutare) a un pranzo/cena fuori casa (per la fascia 3-8 anni, la media di frequentazione dei ristoranti McDonald's è di 1 volta ogni 3 settimane, si legge sul sito ufficiale). Ma non è tutto. I carrelli che si trovano vicino al bancone aiutano mamma e papà a districarsi con i vassoi tra borse e cappotti. Nelle toilette, che ho notato puliscono con una certa frequenza soprattutto negli orari di massima frequenzazione, si può trovare un comodo coprifasciatoio per il cambio del pannolino. E se ci sono bebé basta procurarsi il seggiolone e richiedere il servizio di scaldabiberon.

I bambini poi possono mangiare con le mani senza essere additati come maleducati/incivili e dopo aver consumato il pranzo giocare nell'area giochi attrezzata mentre i loro genitori si godono un momento di relax o di svago (i ristoranti McDonald's sono dotati di connessione Wi-Fi e connessione internet illimitata, ma di solito mentre Giulio gioca io preferisco leggere la copia del Corriere della Sera messa a disposizione dei clienti). Ah, dimenticavo. Recentemente nei McDonald’s milanesi si può pagare senza usare la moneta in modo veloce e sicuro (la fase di test si è conclusa con successo nella città lombarda e nel Lazio ed è attualmente in fase di completamento in tutti i ristoranti McDonald's d'Italia). Basta avvicinare la propria card, il proprio smartphone o un altro apparecchio abilitato al terminale che si trova sul bancone per evitare code. Del resto siamo o non siamo nel regno del fast food?

lunedì 15 ottobre 2012

"Bice" non è un posto per bambini (piccoli)

L'ossobuco con risotto alla milanese di Bice è un'esperienza che ogni Milanese ed ogni turista in visita a Milano, dovrebbe provare almeno una volta nella vita. Ma se avete figli in età ancora da biberon o pappette meglio aspettare che siano un po' più grandicelli.

Se solo qualche anno fa noi avessimo mai programmato un pranzo domenicale in questo locale storico del quadrilatero milanese, sono quasi certa che non lo avremmo apprezzato nel giusto modo. Tutta colpa dei tavoli troppo ravvicinati (per non parlare delle toilette così strette che un cambio di pannolino sarebbe un'impresa da Guinness), che non ne fanno decisamente un locale family friendly.

In poche parole Bice non è il massimo per le coppie con prole al seguito (un passeggino, o peggio ancora un seggiolino da tavola, ingombrerebbe troppo tra un tavolo e l'altro). Del resto il locale, come ci ha confermato il cameriere, è frequentato soprattutto da stranieri, russi in primis ("Per fortuna ci sono i russi", è stato il suo commento) e si presta, anche per la zona, a lunch di lavoro. Meno per pranzi in famiglia, anche solo per le effusioni amorose a cui gli ospiti stranieri si lasciano andare (nulla comunque a che vedere con la scena in cui la protagonista del film Harry ti presento Sally simula un orgasmo, ma poco ci manca).

Detto questo gli antipasti non sono abbondanti. Il riso alla milanese con ossobuco forse è fin troppo, considerata la pesantezza intrinseca del piatto stesso. Discreta la carta dei vini (viste le nuove norme del codice della strada la possibilità di optare per bottiglie da mezzo litro ci sembra ottima). Sui dessert nessun commento. Eravamo così "pieni" che abbiamo preferito passare subito al caffè. Sembra però che sia assolutamente da provare il tiramisù della casa.  

Da un punto di vista puramente logistico, meglio raggiungere il locale coi mezzi pubblici o in taxi (nelle vicinanze la metropolitana gialla). I prezzi dei parcheggi in zona, come quello del menu, sono adeguati al quartiere. Ed è proprio la vicinanza al centro che fa di Bice un buon punto di partenza per una passeggiata nelle vie dello shopping (per chi non lo sapesse via Borgospesso è una traversa di via Monte Napoleone e via della Spiga) e un giro in centro (il locale si trova a due passi dal Duomo). Insomma l'ideale per una domenica ecologica.

mercoledì 12 settembre 2012

La Buca di Bacco un posto per grandi e piccini

In Liguria c'è solo l'imbarazzo della scelta su dove mangiare pesce. Se vi capita di passare da Pietra Ligure non fate lo sbaglio di non fermarvi alla Buca di Bacco. Marco Sansone, il proprietario, vi stupirà. Dietro quei gesti un po' scontrosi e scorbutici  (sono ormai diversi anni che quando sono in vacanza ad Albenga faccio una puntatina nel suo locale) si nasconde un ristoratore d’altri tempi, molto attento anche ai piccoli ospiti.  Che il locale sia family friendly lo si capisce subito: i seggiolini per far accomodare i bambini al tavolo sono posizionati all’ingresso.  Se poi al momento della prenotazione si segnala la presenza di baby ospiti, il personale apparecchiata la tavola con bicchieri di plastica. Piccole attenzioni  che non tutti i ristoranti sono in grado di offrire. E la conferma l’ho avuta quest’estate.
Sicuro della qualità dei suoi piatti Marco Sansone non si spiega come mai la piccola di 4 anni con noi al tavolo, un’amichetta di spiaggia di mio figlio Giulio, si rifiuti di mangiare il piatto di pasta al sugo che la mamma le aveva ordinato. Una volta scoperto che a toglierle la fame è un’afta sulla punta della lingua, Marco Sansone si presenta con una boccetta di propoli per alleviarle la sofferenza. La bambina pur non apprezzandone il gusto si fa medicare. Poco dopo il piatto di pasta viene sostituito con uno di minestra (non ordinato) che la bimba sembra apprezzare molto.
Risolto questo piccolo problemino tecnico, in camicia, pantaloncini e scarpe da ginnastica Marco Sansone ci  presenta velocemente i piatti della giornata (tutte le volte che qui sono stata non ho mi è mai capitato fra le mani e ancor  meno  visto un menu scritto).  Il consiglio è di farsi guidare nelle scelta dei piatti e dei vini. E state certi che non mancherà di regalarvi delle chicche culinarie come quella di sfatare il mito (falso) che il pesce non si possa accompagnare con del buon vino rosso (al tavolo con noi c’è una signora che non può bere vino bianco la sera). Da provare il misto di antipasti caldi e freddi serviti in rapida successione. Così generoso da rendersi sazi. Chi, invece, avrà ancora spazio nello stomaco potrà scegliere tra un primo a base di pesce,vivamente consigliato dal proprietario (e non ne ho mai capito il perché) o un secondo. Su ogni tavolo trovate l'immancabile bottiglia di olio extravergine ed un barattolo di sale grosso appositamente selezionato per esaltare il sapore marino delle pietanze. E per finire una lista di dolci illimitata, tra cui spicca la pasticceria siciliana non a Km zero. Ma comunque buonissima.

giovedì 26 luglio 2012

Una sommelier per amica

Non c'è dubbio che il posto migliore dove trascorrere una serata in compagnia degli amici, senza darsi un gran da fare per trovare, ovviamente all'ultimo minuto, una baby-sitter per uscire la sera, è casa propria. Ma avere ospiti implica ovviamente qualche grattacapo. Per esempio. Alzi la mano chi non si è mai, almeno una volta nella vita, interrogato su quale vino offrire agli ospiti. Oppure su come servirlo, con quali cibi abbianarlo.Se siete tra quelle che di vino ne capiscono poco e non hanno la fortuna di avere un marito sommelier al loro fianco in cucina, non resta che farsi amica Adua Villa, sommelier professionista e affascinante divulgatrice enologica. Come?

Semplicissimo. Acquistando il suo ultimo libro. Pagina dopo pagina di Una sommelier per amica -Come scegliere i vini migliori (senza svenarti) per ogni occasione (Sonzogno Editore), in libreria dal 5 settembre, questa delizia dell'esistenza non avrà più segreti per voi.

Dalla semplice lettura dell'etichetta di una bottiglia a come questa va aperta e servita; dai migliori vitigni italiani all'analisi sensoriale fino alle sorprendenti combinazioni dei cocktail a base di vino, Adua Villa nel suo libro suggerisce come entrare nel modo giusto nel mondo del vino e consiglia come poter avere un consumo equilibrato e responsabile di vino e soddisfazione dei sensi.

Un itinerario a denominazione di origine controllata, dunque, pieno di piacevoli sorprese, arricchito da tanti consigli utili e pratici, e dal fuoco di un racconto così intenso che, forse, potrebbe finire per appassionare anche gli astemi.

Adua Villa è sommelier Master Class, consulente eno-gastronoma e docente nei corsi di formazione dell'Associazione Italiana Sommellier. Per dieci anni ha preso parte a La prova del cuoco, è conduttrice di Le stagioni su Alice tv ed è la voce femminiledi Decanter su Radio Due. Cura rubriche di gusto e vini su «Libero», «La Freccia» il mensile delle Ferrovie Italiane, è consulente per leiweb.it e saporie.com ed è tra gli organizzatori di Hitweek, il festival più seguito nel mondo di musica e italian food. I suoi consigli enogastronomici sono apparsi in SOS cuoca di Palma D'Onofrio (Sonzogno) e Pomodori sull’orlo di una crisi di nervi. La vera cucina gay in Italia di Alessandro Fullin e Stefano Chiara.

Cucina affittasi

L'idea di affittare un ristorante e di cucinare personalmente per i miei ospiti mi alletta proprio. Sono sicura che qualche d'uno obbietterà subito che invitare gli amici a cena fuori e mettersi dietro ai fornelli sia una cosa da pazzi. Perché far tanta fatica quando c'è uno chef che può pensare tutto a lui? Io, invece, trovo la cosa molto divertente. Cucinare in una cucina professionale deve essere molto eccitante.


A Milano è possibile cucinare in abito da sera e servire gli amici-ospiti contattando Kook sharing (kooksharing.it). Uno spazio ristorante nato dall'idea di due giovani ventenni milanesi, Claudio Garosci e Valeria Baggia, che affittano un locale, aperto 24 ore su 24, dotato di ben  tre cucine professionali, in zona Isola. 

Per chi invece preferisce far accomodare i proori ospiti in un risotrante "vero" c'è Al Graspo De Ua Restaurant Lounge (nella foto a destra) di San Marco, nella centralissima Rialto, a Venezia, a pochi passi dai mezzi pubblici e privati., che, dopo aver recentemente rinnovato gli arredi, ha aperto le porte dei suoi accoglienti locali per andare incontro ai sogni e alle passioni dei clienti. Su richiesta, il ristorante mette a disposizione il supporto di camerieri, barman, chef, fotografi e musica dal vivo. Modici i costi per poter disporre degli spazi. Al Graspo De Ua Restaurant Longe  ai 150 euro come contributo per riordino e pulizie, vanno aggiunti i coperti effettivi e le bevande consumate. 
Un'esperienza sicuramente da provare. Magari in occasione di un anniversarfio di nozze o di un compleanno.Difficile non sentirsi a casa.

domenica 22 luglio 2012

Il luogo di Aimo e Nadia

Tra i ristoranti da provare almeno una volta nella vita c’è sicuramente il luogo di Aimo e Nadia. Nato nel 1962 in via Montecuccoli, zona periferica di Milano, dove tuttora ha sede, per volontà di Aimo Moroni e Nadia, che qui hanno trascorso una vita insieme come martito e moglie, oltre che come inseparabili collaboratori in cucina, da semplice trattoria, nel corso degli anni, si è trasformata in uno dei simboli della gastronomia top  milanese. Che, a differenza di quanto si possa immaginare, portafogli permettendo (conto sui 90/110 euro a testa, bevande escluse), può rivelarsi il luogo ideale anche per una cena in famiglia. Meglio però con figli non più in età da passeggino (i tre gradini all’ingresso del ristorante non sono forse lì per caso).
Nonostante l’interno del ristorante, come già si intuisce guardando la facciata d’ingresso del locale dall’esterno, ricordi una galleria d’arte (alle pareti quadri di Paolo Ferrari, sui tavoli sono disseminate sculture, le poltroncine riproducono scorci di paesaggi che fanno somigliare a piccoli gioielli di design) l’ambiente è molto familiare (basta non fare caso al continuo movimento dei camerieri). A far respirare aria di casa è soprattutto lui: Aimo. L’uomo che ha fatto la storia della cucina italiana e che ora, nonostante non sia più dietro i fornelli, dove vi ha trascorso quarant’anni con la moglie Nadia, rimane l’anima del locale, oltre che un anfitrione senza eguali (a guidare il ristorante ora c’è la figlia Stefania, insieme a Nicola Dell’Agnolo, maître di sala, e a Fabio Pisani e Alessandro Negrini, i giovani cuochi che hanno raccolto il testimone di Aimo e Nadia).
Con la sua voce pacata ed educata Aimo è sempre in sala, gira tra i tavoli e dispensa consigli e racconta aneddoti di vita (in ottant’anni di cosa ne avrà viste!). Ecco allora che come un qualsiasi nonno (Aimo ha tre nipotini di 3, 5 e 7 anni) si dimostra, lasciatemi dire con cognizione di causa, molto preoccupato sulla qualità del cibo usato nelle mense scolastiche (si sa che Aimo è uno dei più grandi selezionatori di materia prima); ci consiglia di portare il piccolo a Collodi (Aimo è di origine toscana) e mentre il bimbo dimostra d'apprezzare molto il pane intinto nell'olio di Nocellara del Belice, ricorda i tempi in cui da bambino quello era il suo pranzo.
Trovarsi così vicino a un mostro sacro della cucina devo dire fa un certo effetto (ovviamente solo a noi adulti, una volta pagato il conto Giulio si lascerà andare a uno spontaneo abbraccio con Aimo). Anche perché siamo o non siamo abituati a vederli (anzi a non vederli) sempre e solo in cucina.
E così mentre noi ci interroghiamo sul segreto del successo degli spaghetti al cipollotto, piatto cult del locale (in carta dal ’65); se era il caso di trasformare il Tiramisù in Tirami Sud, omaggio di Aimo ai 150 anni dell’Unità d’Italia e ai suopi sapori (il mascarpone Lombardo incontra i capperi di Pantelleria canditi al miele); su quale miscela di caffè scegliere (in lista ce ne sono ben tre tra cui optare), a riportarci alla realtà ci pensa il nostro piccolo di casa che, alla luce dei suoi sette anni, sintetizza così la serata: "Buonissima questa pasta al pomodoro".  Del resto quando una pasta è fatta con grandissime farine il condimento può anche essere un filo d'olio, anzi di pomodoro. Peccato solo che il conto sia così salato. 

domenica 15 luglio 2012

Il ristorante che fa bene allo spirito


Mai pensato di contribuire alla costruzione di un pozzo in Etiopia semplicemente uscendo a  cena con gli amici?  Succede da Il Buongustaio


giovedì 24 maggio 2012

Quando l'ospitalità a Milano è a stelle e strisce

Da California Bakery l'ospitalià non solo è continua (la cucina è aperta dalle 8 alle 24 sette giorni su sette), ma anche molto familiare. L'ho scoperto di persona quando, dovendo pensare dove organizzare una ristretta festa di compelanno per mio figlio, ho ritenuto che il forno d'America di Piazza S. Eustorgio, vista anche la vicinanza con la scuola, fosse il posto giusto per festeggiare i suoi 7 anni.

Non c'è stato giorno da settembre a maggio in cui, dopo aver accompagnato il pupo all'Istituto Leopardi di via Areana non abbia desiderato regalarmi una colazione all'americana. Ma il tempo si sà è ritanno. Così ho aspettato che si arrivasse il 24 maggio (giorno del compleanno di mio figlio) per coccolarmi e provare questa caffetteria in puro stile americano. E ne sono rimasta entusiasta.

Nonostante sia un luogo deputato per una pausa caffè e pranzi (solo da California Bakery puoi fare un vero brunch a stelle e strisce a Milano), qui i piccoli sono ben accetti nonostante il locale sia alla moda, di tendenza. Ve lo posso assicurare. Con noi i camerieri si sono dimostrati molto pazienti, comprensivi e disponibilissimi.

Il forno d'America di piazza S. Eustorgio vanta poi, cosa non da poco, un dehor finemente arredato dove si può mangiare coi bimbi (anche in età da passeggino). E da cui si possono tenere d'occhio i piccoli nel caso in cui questi, una volta terminato il brunch o la merenda, vogliano scorazzare un po' nella piazza di fronte (il locale si trova in zona pedonale e affaccia su una delle più belle piazze della vecchia Milano, che gode della protezione delle Belle Arti, accanto alla bellissima basilica di Sant'Eustorgio).

Per chi volesse consumare le calorie ingerite (le torte, che ricordano quelle di Nonna Papera e sono il fiore all'occhiello della caffetteria, sono buonissime ma un po' pesanti ma per fortuna è prevista la possibilità della mezza porzione) il Parco delle Basiliche per una corsetta è poco distante. Dimenticavo. Il conto non è salto come si potrebbe pensare.